L'Arte di Bernet
a cura di Stefano Bartolomei
La mostra antologica delle creazioni di Jordi Bernet vuole percorrere il suo lungo e importante lavoro creativo. All’età di 70 anni, nel 2015, Bernet si è messo a riposo e non produce più per l'editoria, ma la passione è ancora giovane in lui e continua a disegnare magnifiche illustrazioni per il puro diletto di realizzarle. Del resto ha disegnato oltre 55 anni per lavoro, infatti aveva 15 anni quando per la prematura scomparsa del padre, disegnatore noto in Spagna per il fumetto umoristico: Dona Urraca, si cimentò nella prosecuzione della serie creata dal padre.
Nella sua lunga carriera si è cimentato in moltissimi dei generi letterari tipici del fumetto, disegnatore prevalentemenete relistico ha continuato ad esprimersi ad alti livelli anche nel genere comico realizzando numerose vignette umoristiche e la corposissima produzione delle tavole di Chiara di Notte. L'umorismo per lui probabilmente era una necessità creativa, e un necessario tributo alle sue origini come autore; anche in alcune avventure del durissimo ed estremamente realistico Torpedo si è divertito, in alcuni episodi, a rappresentare il personaggio in atteggiamenti grotteschi e decisamente umoristici, e spesso vi ha introdotto personaggi marginali decisamente comici.
Molto hanno contribuito al suo successo le collaborazioni con sceneggiatori e soggettisti come Carlos Trillo, Antonio Segura, Enrique Sanchez Abuli, ma va sottolineato che gli apporti alle sceneggiature dello stesso Bernet sono stati determinanti nello sviluppo delle tavole, soprattutto attraverso le sequenze e il loro taglio decisamente cinematografico e lo straordinario dinamismo nelle scene d'azione.
Indimenticabili e suggestive le tavole di Kraken con inseguimenti e colpi di scena nei cunicoli sotterranei delle fogne, ambiente perfettamente commisurato per l'equilibrio delle luci e delle ombre nel bianco e nero dei disegni di Bernet. In molte occasioni compaiono delle vignette che si discostano dallo stile generale della tavola, ma sono esperimenti (riusciti), che premettono l'evoluzione continua del suo stile.
Bernet ama profondamente il suo lavoro, che ha svolto con passione e con un talento che gli è sempre stato riconosciuto da molti illustri colleghi: tra questi, hanno tessuto le sue lodi lo stesso Toth, autore dei primi due episodi di Torpedo, Will Eisner, uno dei maestri indiscussi della scuola del bianco e nero, ed è stato celebrato anche dal grande Joe Kubert.
In Italia deve molto a lui il bravissimo Mastantuono, che comunque è uno degli autori amatissimi da Bernet, e particolare è il ringraziamento di Sergio Bonelli per aver accettato di realizzare, nonostante i suoi numerosi e pressanti impegni, uno dei famosi Texoni, infatti ci ha messo degli anni per realizzarlo (lo si nota dal progressivo cambiamento di stile), ma ci teneva in modo particolare poiché fin dall’infanzia è stato un appassionato lettore di Tex.
A fine degli anni '90 il mercato americano si accorge di questo straordinario talento e la DC gli affida la realizzazione di due avventure di Spirit (sceneggiature di Jimmy Palmiotti e Walter Simonson) e due di Batman (sceneggiatura di Brian Azzarello). Solo questi perché confessa Bernet che “erano molto impegnativi e non si sentiva di continuarli”. Ma forse non erano nelle sue corde… a differenza del western Jonah Héx, di cui realizza numerose avventure fino alla fine della serie. Ma qui si parla di West (il suo genere narrativo preferito)!
Un Catalano nel Far West
Dopo la sua esperienza nella continuazione della serie umoristica Dona Urraca, approda al disegno realistico, con una serie di avventure Western, sicuramente il suo genere preferito, del resto era già un appassionato lettore del nostro Tex Willer. Successivamente affronta nuovamente questo genere con storie autoconclusive, pubblicate in Italia sui settimanali: “Intrepido, Bliz, Il Monello. Siamo alla fine degli anni '70. Bernet torna autore di avventure western negli anni'90 con la realizzazione del Texone - L'Uomo di Atalanta, tra mille impegni in altre produzioni, e con l'accordo straordinario con Sergio Bonelli di introdurre tra i protagonisti un personaggio femminile: Lola Dixiland. Siuccessivamente con il mercato americano torna al Western con Jonah Hex. Tra le due produzioni si inserisce Snake, storia western su testi di Abuli, particolarmente cruda e violenta.
Atmosfere metropolitane “noir” e nostalgie horror
Nel 1982 Bernet inizia la sua ascesa al successo internazionale con la serie di Torpedo 1936, nelle biografie spesso si parla di avvicendamento nella serie da Toth a Bernet, ma come racconta lui stesso le cose non stanno esattamente così:
“Si scrive spesso che nel 1982 ho sostituito Alex Toth in Torpedo. Non è stato così (prima di tutto perché Alex Toth è insostituibile), la verità è che ero candidato per disegnare una serie di fantascienza con una sceneggiatura di Bruce Jones (che allora era di moda), ho premuto per fare qualcos'altro, perché non mi sono sentito in sintonia con quel testo. Allora in quel contesto tutto era horror e fantascienza. Discutendo una soluzione alternativa, l'assistente di Toutain è apparso all'improvviso con alcune sceneggiature sui gangster anteguerra, che erano state dimenticate in un cassetto per un anno! Alex Toth aveva disegnato due storie che non erano state pubblicate e aveva abbandonato il progetto perché non gli piaceva. A me è piaciuto e me ne sono appropriato, interpretandolo a modo mio. Toutain stava valutando se pubblicare o meno le due storie di Toth perché il mio disegno e la mia idea del personaggio deviava molto da quello che aveva fatto Alex. Ho insistito e alla fine sono state pubblicate queste due storie, precedentemente è stata ritoccata la vignetta finale dell'ultima pagina del primo racconto, nel riquadro Torpedo è apparso piangendo a vive lacrime perché aveva dovuto uccidere la sua ragazza.
Non mi piace che si dica che sono stato un sostituto di Alex perché non era così. Quello che ho fatto è stato prendere un personaggio abbandonato e realizzarlo a modo mio!
L'ambiente metropolitano e le situazioni “mafiose” ricompaiono nella breve storia El Contracto pubblicata su Heavy Metal.
Negli anni '80 inizia anche la sua collaborazione con Carlo Trillo, con lui alla fine del decennio crea la storia Ivanpire, un noir orrorifico di grande effetto, dove accentua la sua tecnica caratterizzata dall'uso degli effetti creati dai contrasti tra bianco e nero.
I Mondi Fantastici di Bernet
Con i suoi principali sceneggiatori, Segura, Abuli e Trillo realizza anche fantastiche avventure a sfondo fantascientifico: Segura firma la saga di Sarvan, eroina “fantasy”, in queste tavole Bernet da il meglio di se stesso creando un mondo fantastico popolato di esseri, mostri e personaggi suggestivi, non mancano la magia e le soluzioni soprannaturali. Con Kraken, Segura sposta l'azione in un universo sotterraneo fatto di fogne e mostri nascosti, anche in questo caso i contrasti di luce e ombre unite ad attente e suggestive inquadrature cinematografiche aggiungono particolare suggestione all'azione.
L'alienità si rivela solo nel finale nell'avventura Tornando a casa, scritta da Abuli, anche in questo caso la storia è particolarmente cruda e violenta e trova un disegnatore che ben rappresenta la durezza delle situazioni.
Ma un piccolo capolavoro è rappresentato da Custer, sceneggiato da Carlos Trillo, una storia anticipatrice sicuramente ispirata dal romanzo di Orwell 1984, ma adattato al 20° secolo, anticipatrice di quello che sarà un format televisivo di successo mondiale: si parla del “Grande Fratello”! Trillo immagina un mondo metropolitano futuro che però oggigiorno si rivela estremamente attuale...
In queste avventure un ruolo determinante lo hanno le donne, e sopratutto i loro corpi, viene evidenziato il grande fascino, mai di cattivo gusto, per l'erotismo dei corpi femminili; spesso nel gioco del “visto e non visto”!
“Dell'erotismo”...Storie e sogni
Tutto quello che avevamo intravisto e intuito, in molte avventure, sull'erotismo raccontato da Bernet, trova conferma nelle sue storie con protagoniste assolute le donne, cioè nelle serie di Chiara di Notte e Cicca Dum Dum, nonché nelle brevi storie prodotte per le riviste Diva e Glamour.
Anche all'interno dell'albo americano Solo vengono inserite due storie, disegnate da Bernet, dove il corpo femminile è protagonista assoluto, (una è con Batman), ed è tale l'eleganza nella sua rappresentazione che, nonostante l'accentuato moralismo della società americana, vengono accettati i suoi corpi femminili seminudi e la loro carica erotica.
Sesso e eros sono protagonisti anche nelle avventure di Chiara e Cicca, ma il tutto viene mitigato, alleggerito, dall'apparizione, molto spesso di personaggi ridicoli, comici e grotteschi, che innescano dinamiche decisamente esilaranti, ironia e dileggiamento trasformano le situazioni, che altrimenti sarebbero morbose, in situazioni da commedia leggera, dove i vizi umani sono trattati con estrema ironia… e pensare che l'ispirazione che ha portato alla creazione di Chiara di Notte è stata una situazione realmente vissuta nel quartiere dove Bernet ha trascorso la sua infanzia: l'amicizia con un coetaneo la cui madre faceva il “mestiere”.